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Trento, 26 febbraio 2013
Coppola delusa: non ci siamo fatti capire
La candidata alla Camera: in troppi ci hanno accomunato ai partiti tradizionali
da l’Adige di martedì 26 febbraio 2013

L’amarezza è palpabile nelle parole di Lucia Coppola, consigliere comunale in città e candidata trentina alla Camera con Rivoluzione civile - Ingroia. La raggiungiamo mentre segue in tv l’andamento dello spoglio,con la speranza «che almeno il dato regionale alla Camera ci riservi qualche sorpresa, anche se per ora, a quanto pare, non andiamo oltre il 2,5%».

Si aspettava un risultato così deludente per la vostra lista?
«Beh, naturalmente quando si partecipa a una competizione elettorale si è pronti a qualunque risultato, ma va da sé che queste percentuali non sono all’altezza delle nostre aspettative. Se per il Senato eravamo consapevoli di non avere molte possibilità, data la soglia dell’8 per cento, contavamo invece di superare il 4% e di eleggere un gruppo di deputati. L’obiettivo era entrare in Parlamento per portarci la voce della sinistra ambientalista e tentare così di orientare gli indirizzi della prossima legislatura. D’altra parte, siamo una lista nata solo un mese e mezzo fa, dall’intesa di alcune forze che condividono un’idea di società e che propongono un programma di buona politica, dalla parte dei deboli e dei lavoratori. Purtroppo, in questo clima di comprensibile insofferenza nei riguardi dei partiti, gli elettori, profondamente delusi, non hanno fatto distinzioni e anche noi siamo stati penalizzati».

Non crede che la vostra coalizione abbia pagato anche la sua origine? In ambienti anche vicini alla vostra linea di pensiero c’è chi vi ha visto un accordo nato nelle segreterie dei partiti, più che l’espressione delle pulsioni della base.
«Io non ho percepito questa criticità. Non si è trattato di un’operazione di vertice, il problema è che ormai si è spezzato il legame tra chi fa politica e la società. Chi lavora nelle istituzioni si sente solo e fa fatica anche a trovare la comprensione di elettori colti, informati e impegnati. Purtroppo facciamo i conti con i danni che questi decenni hanno creato, in Italia,in termini di sfiducia dei cittadini nei riguardi della classe dirigente. Naturalmente se le cose sono arrivate a questo punto, ognuno deve assumersi la sua parte di responsabilità: anche noi, evidentemente, abbiamo dato troppe cose per scontate, forse dovevamo cercare nuove modalità per interagire con la gente e superare la diffidenza diffusa. Sono molti, purtroppo, i cittadini che non fanno più distinguo e che non leggono i programmi elettorali per farsi un’idea delle differenze fra le proposte politiche in campo. Comunque sia, va messo a fuoco il dato principale emerso dalle urne, cioè una forte richiesta di cambiamento».

Che cosa l’ha colpita di più del quadro nazionale dopo il voto?
«Due dati. Il primo, previsto ma non in queste proporzioni, è il boom del Movimento 5 Stelle, che esprime una domanda sociale da esaminare in profondità, evitando gli stereotipi che la riducono frettolosamente alla categoria dell’”antipolitica”. C’è molto altro da comprendere. Ma ciò che davvero mi sconcerta è la rimonta di Berlusconi. L’impressione è che una quota significativa di italiani lo abbia votato, credendo alle sue balle elettorali, malgrado non appartenga certo alla sua stessa classe sociale: mi pare un indicatore della disperazione in cui vivono troppe persone, oggi, in Italia. Infine, non dimentichiamo il 25% di non votanti: vuol dire che chiunque vinca con una quota attorno al 30% dei votanti, scende a circa un quarto degli aventi diritto».

      Lucia Coppola

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